Gli atenei di Torino sono infatti fra i pochi a non aver subito un significativo calo di immatricolazioni, per via della grande qualità dei loro corsi di studi e per la bellezza di un centro cittadino che risulta piacevolissimo da vivere
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Torino è una città stupenda da vivere, e non è un caso che siano tantissimi gli studenti che, ogni anno, la eleggono a loro meta prediletta per quanto riguarda gli studi universitari. Gli atenei di Torino sono infatti fra i pochi a non aver subito un significativo calo di immatricolazioni, per via della grande qualità dei loro corsi di studi e per la bellezza di un centro cittadino che risulta piacevolissimo da vivere, soprattutto per la grande quantità di giovani e per la possibilità di divertirsi di giorno e di notte, fra feste, after-hours e ovviamente gite presso i suoi grandiosi monumenti. Eppure Torino, come tutte le città del mondo, non è perfetta: soprattutto se la si guarda da un punto di vista di impegno economico. Un problema che riguarda un po’ tutte le metropoli dello stivale.
Torino, ma quanto mi costi?
Vivere a Torino costa. E anche tanto. Stando ad un’indagine condotta sulla vita degli studenti fuori sede, sono emersi una serie di dati che, presi tutti insieme, farebbero venire la pelle d’oca persino alla famiglia più benestante. Mandare i proprio figli in un’altra regione d’Italia, a compiere la grande esperienza fuori sede, è un importante momento di crescita ma anche una voce di costo davvero esagerata: soprattutto se si considera che a Torino, così come nelle altre metropoli, i servizi e gli affitti sono decisamente più costosi rispetto al resto d’Italia. In altre parole, una famiglia che decide di spedire fuori casa un ragazzo, affronta in media una spesa intorno ai 10.000-12.000 euro annuali: soldi che finiscono soprattutto nelle casse degli affittuari, e nelle tasche delle università che, al Nord, impongono delle tasse d’iscrizione superiori alle volte più del doppio di un normale ateneo in provincia.
Le alternative al trasferimento a Torino
La digitalizzazione dei processi ha messo a disposizione degli studenti un metodo alternativo al trasferimento fuori sede a Torino, o alla noiosissima e costosa vita da pendolari degli studenti in provincia. Questa soluzione è l’università telematica, che consente di frequentare una laurea quinquennale a Torino tramite strutture come quella offerta da Unicusano, grazie alla quale è possibile seguire le lezioni senza doversi necessariamente spostare dalla propria città o dalla propria regione. Il motivo è che, grazie alla presenza della piattaforma di e-learning, lo studente potrà frequentare tutte le lezioni online, ed adeguare i propri orari a quelli dell’università: le lezioni sono infatti fruibili tramite video-conferenza live, oppure attraverso le video-registrazioni che rimarranno a disposizione dei ragazzi 24 ore su 24. Grazie a questa soluzione alternativa, si potranno non solo evitare tutte le spese relative alla vita da fuori sede o da pendolari, ma anche ottimizzare il proprio tempo adeguando gli impegni dovuti ad esempio al lavoro con la necessità di dover seguire le lezioni.
Affitti, tasse e altre voci di costo
Torino viene considerata a ragion veduta come l’eccellenza universitaria in Italia. Ed in quanto tale si dimostra una metropoli davvero costosa da vivere. Stando alle rilevazioni comparative effettuate sul costo degli affitti a metro quadro, infatti, il capoluogo piemontese risulta essere secondo solo a Roma e a Firenze, con un costo d’affitto di quasi 180 euro ogni 20 metri quadri. La musica non cambia neanche se si vanno a considerare le tasse universitarie. Premesso che al Nord è risaputo che l’iscrizione alle università costi di più, è altrettanto vero che Torino, anche in questo caso, si trova nella top three delle città più costose, con una media di circa 900 euro in tasse annuali. Anche se in questo caso, stranamente, è Palermo a farle una concorrenza spietata, oltre alla sempre presente Roma. Infine, vanno anche aggiunte le spese per il riscaldamento, considerando che Torino è una delle città più fredde d’Italia.
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